Il Vino Rosso Veneto Valpolicella Superiore è un vino di pregio che dal 68 può fregiarsi dell’onoreficenza della certificazione di origine Controllata DOC.
L’impiego della certificazione accanto al nome di origine del vino è stata autorizzata con specifico D.P.R. firmato il 21 Agosto del 1968. Il Vino Valpolicella, inoltre, viene arricchito dell’attributo “Superiore”, solo se a partire dal Valpolicella Classico, l’affinamento avviene in botte di legno per almeno 12 mesi che iniziano a decorrere dal 1° genaio successivo alla vendemmi delle uve. A questa caratteristica importantissima si deve aggiungere il grado alcolico minimo ammesso per determinare la specifica di “Valpolicella Superiore” che deve essere obbligatoriamente, come indicato nell’apposito disciplinare di produzione, superiore al 12%.
L’area in cui viene prodotto questo fantastico vino Veneto è localizzata ad Est rispoetto a lago di Garda e a Nord Ovest rispetto Verona, Capoluogo di provincia ricco di Storia e cultura di fama internazionale. Il territorio è prevalentemente collinare, ricco di tradizione enogastronomica ad ogni livello, di cultura e di arte. Si estende per meno di 250 chilometri quadrati ma racchiude al suo interno una elevatissima percententuale di peculiarità e caratteristiche di tradizionalità che rappresentano il riferimento per l’intera Italia. La valpolicella in termini geografici comprende complessivamente 19 Comuni tutti all’interno dei confini amministrativi della Provincia di Verona, ma in termini vitivinicoli i comuni interessati dalla produzione del pregiato vino Valpolicella sono solo 8: Sant'Ambrogio di Valpolicella, Fumane, Negrar, San Pietro in Cariano, Sant'Anna D'Alfaedo, Pescantina, Marano di Valpolicella e Dolcè. In questi otto comuni, sede di numerose cantine storiche e rispettose della produzione vitivinicola seguendo i metodi di antica tradizione vengono prodotti i vini di eccellenza italiani della valpolicella tra i quali: Valpolicella, Valpolicella superiore, Valpolicella Ripasso, Valpolicella Ripasso superiore, Valpolicella classico, Valpolicella classico superiore, Valpolicella Ripasso classico, Valpolicella Ripasso classico superiore. All’interno della stessa area geogtrafica si possono poi trovare anche le produzioni di Recioto della Valpolicella classico, Recioto della Valpolicella Valpantena, e Rocito della Valpolicella; oltre al fantastico, immancabile nel ventaglio dei vini che un assaggiatore deve assolutamente provare, Vino Amarone della Valpolicella classico e Amarone della Valpolicella Valpantena.
A tal proposito occorre segnalare che il vino rosso Valpolicella, in ogni sua variante e tipologia nassce dalla sapiente miscelazione di uve provenienti da diversi vitigni. La percentuale più importante è composta dal vino prodotto dalla uve “Corvine” presenti al massimo per il 95% ma a seconda delle tipologie questa percentuale può scendere fino al 45%, pur mantenendo la superiorità di genere rispetto alle altre uve presenti nella miscela, che pur giocano un ruolo molto importante nella complessiva armonicità del vino della Valpolicella Veneta. Di essenziale importanza è anche l’uva Rondinella che anche in questo caso, a seconda della tipologia del vino puù essere presente in percentuali comprese tra il 5% e il 30%. Molto importante è il ruolo dell’uva di Molinara, che può raggiungere un massimo di percentuale del 25%. Tuttavia si evidenzia che a fronte di recenti modifiche del disciplinare di produzione, che si sono susseguite dal 2003 fino ad oggi quest’ultimo vitigno è entrato a far parte di quelli non indispensabili, anche se a livello di produzione locale, soprattutto in riferimento alla tradizionalità e alla storicità dei metodi di produzione, il vitigno viene ancora coltivato, curato e impiegato per la vinificazione. Altre uve non essenziali all’ottenimento della perfetta miscelazione finalizzata all’ottenimento della certificazione, sono quelle che provengono dai comuni di Fondovalle come Negrara, Oseleta e Forsellina, impiegabbili al massimo per il 10%. Negli ultimi anni si è anche diffuso l’impiego del vitigno Corvinone, Moderna rivisitazione della storica Corvina, impiegabile nella misura massima del 50% anche in sostituzione della corvina che a tal proposito scende al 45%.
Come precedentemente descritto le uve impiegate per la produzione di Valpolicella superiore, poi sapientemente miscelate in percentuali differenti, sonoprevalentemente tre. La Corvina, storico vitigno autoctono impiegabile fino al 95%, il Corvinone che può essere impiegato sino al 50% in sostituzione della Corvina, e la “Rondinella” che invece va impiegata in percentuali inferiori. A questi vini per un massimo del 10% possono essere aggiunte uve provenienti dai comuni di Fondovalle che comunque vanno ad interagire in termini di qualità produttiva variandola ma senza mai comprometterla.
La vendemmia dei vitigni avviene durante il mese di ottobre, come indicato nel disciplinare di produzione e deve essere fatta esclusivamente attraverso il metodo manuale. I vigneti sono situati nel cuore della Valpolicella, si sviluppano attraverso doci ondulazioni che partono da 250 metri sul livello del mare e raggiungono al massimo 450/500 metri. L’esposizione migliore e anche quella che più è privileggiata per le uve di Corvina è quella verso il versante Sud, Sud-Est. Spesso le colline della Valpolicella per far fronte alle esigenze produttive e alla crescente richiesta del mercato anche internazionale, sono state terrazzate per permettere più vaste produzioni che comunque mantegono lo standard qualitativo certificato dall’etichetta DOC. I terreni sono molto calcarei e comprendono una elevata percentuale di argilla. L’alcalinità del suolo è moderata sino in profondità e questo permette di mantenere le caratteristiche anche nel sottosuolo dove penetrano le radici dei vitigni. La poca disponibilità idrica del bacino, in sinergia alla grande valenza calcarea del suolo che lascia scivolare e permeare facilmente l’acqua, demandando il ruolo di nutrimento e discioglimento dei Sali quasi esclusivamente all’acqua piovana, permette di creare condizioni uniche, che tuttavia limitano la produttività a tutto vantaggio però dell’estrema qualità.
La vinificazione avviene per pigiatura con precedente diraspatura delle uve, impiegando sistemi meccanici azionati a mano. La Temperatura di Fermentazione è controllata e mantenuta in un renge compresa tra 25° e 28° Gradi Centigradi. La macerazione dura circa 10 giorni con azioni di “follatura” (annegamento nel mosto degli acini spremuti) che si ripetono tre volte al giorno. La conservazione per i prime 4/5 mesi avviene in botti di acciaio, mentre il successivo affinamento avviene viene avviato prima del mese di maggio in botti di legno e dura circa 18 mesi. Un ulteriore affinamento avviene in bottiglia per 6 mesi.
L’analisi del vino per questo fantastico rosso Veronese restituisce alla vista un colore rosso rubino di media intensità tendente al granato con l'invecchiamento e l’affinamento, specie se trascorso in botte di legno, mentre l’affinamento in bottiglia comporta il mantenimento del colore rubino.
All’olfatto risulta fortemente vinoso, comunque gradevole e piacevole con profumo, delicato, caratteristico, che ricorda talvolta le mandorle amare. Tale sentore è ancor più accentuato nelle tipologie di vino affinate in botte di legno. Complessivamente i sentori olfattivi sono Complessi e racchiudono sia la frutta rossa sia quella secca, ancora una volta lo speziato emerge e persiste.
All’analisi gustativa si evidenzia un sapore asciutto e vellutato, molto strutturato e corposo, amarognolo e sapido ma comunque armonico alla perfezione. Nelle versioni più affinate (circa 18 mesi) risulta ancor più pieno e vellutato pur mantenendo un giusto equilibrio tra tannini, consistenza acida e grado alcolico.
La temperatura di servizio per il Valpolicella superiore DOC deve essere compresa tra i 16° e i 18° gradi centigradi. Deve essere servito in un bicchiere ampio tipo “Ballon” per permettere la decantazione minima e la fruibilità di tutti i sentori olfattivi. La decantazione generale deve avvenire per almeno un’ora, prima del servizio.
Gli abbinamenti ideali sono quelli del Pollame nobile tipo la Faraona, le carni leggere e anche più strutturate come il vitello, arrosto o in umido e il maiale arrosto. I primi piatti ideali da abbinare a questo fantastico vini sono quelli tipici della tradizione gastronomica locale come ad esempio il risotto ai funghi e con le verdure o con i prodotti tipici locali, i legumi freddi o in zuppa e il sugo di carne.
Si abbina bene a tutti i tipi di carne rossa, cotti sia alla brace sia in brasato con la polenta. La “pasta Pastissada de caval”, La “pasta al forno”, il “lesso con la Pearà” e le “lasagnette al tartufo nero del Baldo”. In definitiva si accompagna alla perfezione con formaggi stagionati a medio e lungo termine.
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