Un’affascinante rarità, che affonda le proprie radici nell’anima di una preziosa collina, un piccolo territorio di appena 100 ettari, localizzato geograficamente ai pendii di San Pietro di Barbozza, Saccol e Santo Stefano di Valdobbiadene, tutti piccolissimi comuni della provincia di Treviso. Il Prosecco “Valdobbiadene Superiore di Cartizze” è una tipologia di Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, che ha ottenuto la certificazione di origine Controllata e Garantita DOCG. Unico in Provincia assieme ai vini: Colli Asolani Prosecco o Asolo Prosecco DOCG, Montello Rosso o Rosso del Montello DOCG, Piave Malanotte o Malanotte del Piave DOCG, Colli di Conegliano DOCG. Il Cartizze Valdobbiadene Superiore DOCG, oltre ad avere una produzione limitata è anche considerato da molti come uno dei migliori prosecchi in assoluto.
Il Cartizze viene spumantizzato quasi esclusivamente nella versione Dry. Un vero e proprio pregio che nasce dalla perfetta combinazione fra un microclima dolce ed un terreno antichissimo, originatosi dal sollevamento di fondali marini. Sopra la roccia madre si trova uno strato di terreno assai vario, con morene, arenarie ed argille che consentono un drenaggio veloce delle piogge e, nel contempo una costante riserva d' acqua, così che le viti si sviluppano in modo equilibrato. Il nome della località, che troviamo riportato nelle mappe catastali, viene fatto risalire, da alcuni, ad un cavaliere di ventura spagnolo, che nel medioevo dopo un lungo periodo di battaglie, si stabilì in queste colline. Un'ipotesi più accreditata sembra essere invece, quella che fa derivare il nome da “Gardiz”, “Gardizze”, ovvero un’espressione dialettale per indicare i graticci usati per l'appassimento delle uve. Nella zona del Cartizze infatti, le uve vengono vendemmiate tardi, quando gli acini iniziano a mostrare i primi segni di appassimento naturale. Ciò conferisce al vino una concentrazione di aromi e sapori di intensità inusuale, più unica che rara.
Le uve con le quali si produce il “Prosecco di Valdobbiadene Superiore di Cartizze” (specifica dicitura del vino) è essenzialmente una e si chiama “Glera”; un vitigno a bacca bianca, componente base del prosecco. A questa poi si aggiungono in percentuali minime che complessivamente raggiungono al massimo il 10%, il Verdisio, originario dei Colli Euganei, poco intenso nei profumi e nella struttura ma con notevole armonia di gusto e sapore tannico, la “Bianchetta Trevigiana” che sorge su terreni calcarei, molto beverino e anch’esso di poca struttura in gusto e persistenza, la “Perara” che produce un vino di colore giallo paglierino con riflessi dorati che esprime sentori fruttati ed intensi, in bocca risulta sempre sapido, pieno ed armonico anche se di bassa persistenza, in fine la “Glera Lunga” voluta dal’ultimo disciplinare in abbinamento alla Glera in quanto, pur essendone una moderna rivisitazione non si differenzia per caratteristiche peculiari dal Glera classico.
Tuttavia la componente strutturante del “Prosecco di Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG” Glera, ha tralci color nocciola e produce grappoli grandi e lunghi, con acini giallo-dorati. Le caratteristiche varietali del vitigno evidenziano una foglia di media grandezza, pentagonale, cuneiforme trilobata; il grappolo è di media grandezza, di forma fortemente piramidale, ed evidentemente allungato grazie alle due ali pronunciate. Il suo acino è medio, sferoidale, con buccia giallo-dorata, leggermente punteggiata e ricoperta di pruina, abbastanza consistente.
Nel Cartizze, posto nel cuore di Valdobbiadene, ad ottobre l'uva di Glera raggiunge una completa maturazione, ciò garantisce una maggiore concentrazione di aromi e sapori e la possibilità di dare allo spumante un gusto più amabile e denso senza pregiudicarne la freschezza. Il vino base è ottenuto per accurata fermentazione in bianco, sino a quasi totale esaurimento dello zucchero naturale originario (una traccia di zuccheri collabora a conservare il fruttato), dopo il vino viene lasciato sottostare ai freddi invernali che lo spogliano dei tartrati e ne provocano l'illimpidimento. In primavera al vino vengono aggiunti i lieviti selezionati, capaci di fermentare sotto pressione e a temperature piuttosto basse, e dello zucchero in quantità tali da ottenere, con la sua successiva fermentazione, la pressione voluta. Alla fine della fermentazione non rimane che lo zucchero voluto per garantire l'amabilità. Il vino fermenta a una temperatura di circa 15° centigradi. Dopo una quindicina di giorni o più raggiungerà la voluta pressione. A questo punto la rifermentazione viene bloccata affinché rimanga la dose desiderata di zucchero residuo, mediante la refrigerazione delle autoclavi. In tal modo il lievito cala al fondo ed il vino, dopo 8-10 giorni di sosta a tale temperatura, viene passato, con opportuni accorgimenti che permettono di non perdere pressione, in altre autoclavi da cui poi si passa subito all'imbottigliamento. Per imbottigliamento viene usata la classica Prosecco, di colore verde, che garantisce la protezione del vino dalla luce. Ogni bottiglia viene prima rinfrescata con acqua spruzzata a forte pressione e poi riempita con il Prosecco di Valdobbiadene Superiore di Cartizze, tappata con il classico tappo di sughero e vestita con l' etichetta. Le bottiglie vengono poi riposte in cantine al buio, dove riposano a temperature ed umidità costanti, permettendo in questo modo al vino di maturare. Dopo 30-40 giorni il vino è pronto per essere commercializzato.
Alla Vista questo prosecco della zone di Valdobbiadene
Il colore del Prosecco di Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG è giallo paglierino puro senza riflessi, intenso e brillante. La spuma èpersistente e ricca e leggera allo stesso tempo. Di pregio e di grande lusso.
Al naso questo prosecco
L’odore e l’esame olfattivo in generale evidenziano note fruttate e floreali.
In bocca il Cartizze Docg
Il sapore è fresco, armonico, gradevolmente fruttato e caratteristico. Il grado alcolometrico complessivo è di 11,50 volumi, con un’acidità totale minima di 5,0 grammi per litro. In definitiva al sorso risulta piacevolmente rotondo grazie ad una accennata dolcezza, ma la sottile fragranza del perlage garantisce l'armonia delle sensazioni e contribuisce a sostenere la persistenza dell'aroma.
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Il Prosecco di Valdobbiadene in generale, può essere servito come vino da tutto pasto, e si sposa particolarmente bene con primi piatti non eccessivamente elaborati e secondi di pesce cotti al vapore oppure freddi come ad esempio le insalate di mare.
La versione “Dry”, più dolce, è da abbinare ai dessert. All’altezza di ogni evento si fonde in una deliziosa armonia se stappato durante gli aperitivi. Può essere proposto accanto a pasticceria fine come dettaglio d’eccellenza.
Si consiglia di servire ad una temperatura 6 – 8 ° C perché possa offrire il massimo di se. Va tassativamente servito in bicchieri “flute” che garantiscono la persistenza della spuma proteggendola dall’esterno e favorendo la concentrazione delle bollicine vero la bocca.