Il pregiatissimo vino bianco Moscadello di Montalcino DOC è una delle 39 Denominazioni di Origine Controllata della regione Toscana. Questo vino Toscano è prodotto in una ristrettissima area della provincia di Siena. La zona di produzione delle uve di Moscato Bianco, indispensabili per la produzione del Moscadello di Montalcino DOC, comprende l’intero territorio amministrativo del comune di Montalcino in provincia di Siena. Oltre a qualche piccolo appezzamento di terreno immediatamente a contatto con il territorio di Montalcino.
Il Paese di Montalcino è conosciuto da secoli come la patria del Moscadello. Esistono notizie storiche risalenti al XV secolo. Nel 1540, in una lettera inviata da Venezia ad un amico, lo scrittore Pietro Aretino lo ringrazia elogiandolo per il dono di un “caratello di prezioso, delicato Moscadello, Tondo (cit. tondotto/rotondo), leggiero, e di quel frizzante iscarico (vivace) che par che biascia, morde e trae di calcio, parole che parrebbon la sete in sù le labbra ...”. Alcuni documenti degli archivi Vaticani risalenti al 1591, dimostrano che nei poderi di proprietà dell’Abbazia di Sant’Antimo i mezzadri producevano il Moscadello; il pontefice Urbano VIII, nei primi decenni del Seicento, lo apprezzava “per la sua gagliardia e sapore” e con grande discrezione “solea spesso richiederlo per sé e per la sua Corte”. Nei libri di viaggio e nei racconti dei viandanti famosi del Seicento, del Settecento ed anche dell’Ottocento, non mancava mai la citazione con elogio del Moscadello di Montalcino “fra i più rari e rinomati vini di Toscana”.
Molto nota è la citazione di Francesco Redi, il medico e poeta aretino, uomo di raffinate qualità e scienziato insigne, che compose nel 1685 il “Bacco in Toscana”, in onore ai migliori vini della sua terra sulle orme gioiose dei vecchi ditirambi ellenici. Il quale, a proposito del Moscadello di Montalcino decantava: “Del leggiadretto / del sì divino / Moscadelletto / di Montalcino”.
Moltissime sono le notizie storiche relative a noti personaggi che testimoniano l’apprezzamento del Moscadello. Primo fra tutti, il grande poeta Ugo Foscolo: nel soggiorno fiorentino sul luminoso colle di Bellosguardo (nel 1812-1813), nel periodo più drammatico della sua vita, fra ristrettezze economiche, sospetti di attività antibonapartiste ed attriti con gli ambienti letterari milanesi, il Foscolo si confortava dalle fatiche letterarie con un buon bicchiere di Moscadello di Montalcino, che offriva con orgoglio ai suoi amici.
Le uve con le quali si produce il vino bianco Moscadello di Montalcino DOC, Toscano apprezzato anticamente anche da Ugo Foscolo, seguono delle specifiche regole dettate dal disciplinare di produzione. Il vino a denominazione di origine controllata “Moscadello di Montalcino DOC” deve essere ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti allevati nell’ambito aziendale interno all’aerea identificata dal disciplinare, dal vitigno “Moscato Bianco”. Possono concorrere alla produzione di detto vino anche le uve provenienti dai vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione nella Regione Toscana fino ad un massimo del 15%.
Il vitigno Moscato bianco è un'uva aromatica diffusa in quasi tutta la penisola italica e per questo rappresenta una delle più importanti viti per superficie di piantumazione. Appartiene alla famiglia dei Moscati, vitigni aromatici il cui nome deriva da "muscum", muschio, il cui aroma caratteristico si ritrova nell'uva e che probabilmente corrisponde all'"anathelicon moschaton" dei Greci o all uva Apiana dell'antica Roma. Corrisponde al vitigno francese "Muscat à petit grains": il termine francese "musquè" viene correttamente tradotto come "aromatico". Il Moscato bianco ha moltissimi sinonimi, per lo più in riferimento ai vini che se ne producono o alle zone di produzione. I principali sono soprattutto il Moscadello di Montalicino, Moscato di Canelli, Moscato di Trani, Moscato d'Asti, Moscato di Siracusa, Moscato di Sorso Sennori, Weisser Muskateller che si trova in Alto Adige.
Le caratteristiche varietali del magnifico e storico vigneto “Moscato bianco” di Toscana ha delle specifiche caratteristiche varietali. La foglia è di media grandezza con forma pentagonale, di colore verde erbaceo acceso ma opaco, non lucido. Il grappolo è anch’esso di medie dimensioni, ha la forma cilindrica tendente al piramidale grazie alla piccola ala nella parte superiore, la consistenza complessiva del grappolo è variabile d da compatto a semi – spargolo. L’acino di media grandezza tende se ben esposto al sole a crescere di dimensione e divenire medio – grande, la forma è sferoidale o leggermente appiattita, La buccia infine è sottile, di colore giallo tendente al verde soprattutto nella porzione esposta al sole dove addirittura tende al dorato quando l’esposizione è prolungata. La superficie è leggermente pruinosa e la polpa ha il caratteristico sapore dolce e aromatico. Le caratteristiche di produzione vogliono che il vitigno Moscato bianco ha produzione buona e costante e tollera bene la siccità estiva. L'uva matura ha una dolcezza molto marcata e pertanto è soggetta ad attirare vespe ed altri insetti. La tecnica di coltura ed allevamento vuole che il vitigno Moscato bianco si adatta a sistemi di allevamento non troppo espansi e con potatura ricca o frequente.
Si segnala inoltre che il vino a denominazione di origine controllata “Moscadello di Montalcino” può essere prodotto in tre differenti tipologie “Tranquillo”, “Frizzante” e “Vendemmia Tardiva”, alle condizioni previste dal presente disciplinare. Il vino a DOC “Moscadello di Montalcino” qualificato “Vendemmia Tardiva” deve essere sottoposto ad un periodo di affinamento di almeno un anno, calcolato dal 1° gennaio dell’anno successivo alla vendemmia e non può essere immesso al consumo prima del 1° gennaio del secondo anno successivo alla vendemmia. Durante l’affinamento il vino può compiere una lenta fermentazione che si attenua nei mesi freddi.
I vini che vantano la certificazione di Origine Controllata DOC denominati “Moscadello di Montalcino” all’atto dell’immissione al consumo devono rispondere precisamente a determinate caratteristiche che fissa lo stesso disciplinare di produzione, separandole tra le diverse tipologie.
Per la tipologia “Tranquillo” si deve avere un colore giallo paglierino, l’odore deve essere caratteristico, delicato, fresco e persistente. Il sapore è sempre aromatico, dolce, armonico, caratteristico dell’uva moscato.
Per la Tipologia di Moscatello di Montalcino DOC Tipologia “Frizzante” si ha un colore giallo paglierino tenue, con spuma fine e vivace. Il sentore olfattivo è caratteristico, delicato, fresco e persistente. Il sapore al sorso è aromatico, dolce, armonico, caratteristico dell’uva moscato e profondamente rotondo.
La tipologia “Vendemmia Tardiva” si presenta con un colore che varia e spicca per i riflessi che dal giallo paglierino virano al giallo dorato, che si intensifica in base all’invecchiamento. L’odore all’esame olfattivo è caratteristico, delicato e persistente. Il sapore al sorso è aromatico, dolce ed armonico.
Trova la sua collocazione naturale a fine pasto, accompagnando piacevolmente pasticceria e dolci secchi. Nelle versioni fermo e frizzante solo se giovane si accompagna bene anche con la frutta specie se molto dolce, come le pere e la frutta esotica. Temperatura di servizio è di 10° gradi centigradi che salgono a 12° gradi nelle ferisoni più invecchiate. Il bicchiere più adatto è il tulipano piccolo ma si presta bene anche il “Sautern” adatto ai vini muffati che necessitano di concentrare nel piccolo poccale tutte le profumazioni.