Il Picolit DOCG viene prodotto in Friuli più precisamente nella Provincia di Udine, questo spettacolare vino bianco è chiamato “Colli Orientali del Friuli Picolit DOCG” ed è prodotto mediante la vinificazione di almeno l’85% di uve Picolit, alla quale si aggiunge una piccola quantità di uve di altri vitigni autoctoni della zona geografica di coltivazione che invece possono raggiungere complessivamente una percentuale massima del 15%.
Il disciplinare di produzione, grazie soprattutto alla notevole livello qualitativo del vino Picolit, e alla sua tipicità che lo rende particolarmente raffinato e prestigioso sia dal punto di vista culturale italiano, sia dal punto di vista commerciale, ne prevede la produzione esclusivamente all’interno dei comuni di : Tarcento, Nimis, Attimis, Faedis, S. Pietro al Natisone, Torreano, Povoletto, Cividale del Friuli, Premariacco, Prepotto, Buttrio, Corno di Rosazzo, Manzano, S. Giovanni al Natisone. Comuni entrati a fare parte del disciplinare di produzione approvato dal Decreto del Presidente della Repubblica nel 2006.
Le vigne del Picolit sono autoctone del territorio friulano, antichissimo, già coltivato in epoca imperiale romana, ebbe l’onore di deliziare i palati di Papi e Imperatori, che transitavano sulla via di collegamento con l’impero d’oriente. Fra gli estimatori noti del Picolit, si annovera anche Carlo Goldoni, il quale definisce questo vino la gemma enologica più splendente del Friuli. Il vitigno è arrivato ai nostri giorni grazie all’opera del Conte Fabio Asquini di Fagagna che nel 1700 salvò questo pregiatissimo vitigno da sicura scomparsa. Fu lo stesso Asquini infatti, a renderlo noto ad alcuni “forestieri” in mercati di alto prestigio come quello di Londra, Parigi, Genova, Milano, Ancona. Il Picolit veniva quindi apprezzato e consumato non solo in Italia, ma trovò tra i suoi grandi estimatori anche la Corte di Francia, la Corte papale e gli stessi Re di Sardegna, l’Imperatore d’Austria e lo Zar di Russia. Nell’Ottocento la produzione subì una fase di arresto, per poi ritornare vigorosa negli anni Settanta del XX° secolo. Il vitigno in sé ha origini sconosciute, anche se sin dal XVII secolo esistono testimonianze della sua bontà e della bontà del vino dolce ottenuto con quest'uva, la cui fama aveva varcato i confini e si era diffusa presso le corti reali di tutta Europa. Il nome deriva quasi sicuramente dalle piccole dimensioni dell'acino e del grappolo, e dalla scarsità di produzione, dovuta fra l'altro al fenomeno frequente “dell’acinellatura” (aborto floreale). Per queste ragioni la coltivazione di questo vitigno è diventata sempre più scarsa, ed è scomparsa dal Veneto in cui si era diffusa, mentre è ancora ben radicata in Friuli e soprattutto nelle Province di Udine e Gorizia. Il Picolit viene spesso coltivato nei vigneti assieme al Verduzzo, al fine di ovviare, almeno in parte, al problema dell'acinellatura, incoraggiando l'impollinazione incrociata.
Dal punto di vista varietale la foglia del Picolit è di media grandezza e di forma pentagonale, comunque ottimamente dimensionata per proteggere il piccolo grappolo. Il Grappolo infatti e piccolo, di forma leggermente piramidale e di rado presenta un’ala, è spesso molto spargolo. L’acino è piccolo ed ellissoidale. La bucci è pruinosa spessa e consistente dal colore verde che all’esposizione solare restituisce riflessi dorati accentuando la puntinatura ramata.
Il vino prodotto con le uve di Picolit, che come abbiamo anticipato ha il nome di Colli Orientali del Friuli Picolit DOCG, è ottenuto dalla vinificazione di uve Picolit per l’85%. Questo vitigno è caratterizzato da produzioni limitatissime dovute a una particolarità nello sviluppo degli acini che vanno incontro ad un parziale aborto floreale, lasciando il grappolo spargolo con acini più piccoli e più dolci. Oggi viene coltivato nella fascia collinare del Friuli Venezia Giulia, nelle province di Udine e Gorizia. La vendemmia 2006 è la prima a D.O.C.G. “Colli Orentali del Friuli – Picolit”: grazie al riconoscimento del particolar pregio, il Picolit è infatti la seconda D.O.C.G. della regione Friuli Venezia Giulia. Questo vino bianco, prodotto nelle province di Udine, è vinificato in maniera particolare. Le uve di Picolit, durante la maturazione, vanno incontro ad un fenomeno noto come acinellatura del grappolo, alcuni acini, infatti, non si sviluppano completamente, restando verdi ed acerbi; questo permette la concentrazione di sostanze estrattive ed aromi negli acini rimanenti, accentuata dalla sovra maturazione a cui le uve vengono sottoposte. Il mosto che si ricava è denso, ricchissimo di profumi e di zuccheri. Il vino che se ne otterrà sarà quindi intenso al naso e morbido al palato e supportato da una buona struttura. Nella stessa maniera viene anche prodotto il vino DOC Collio Goriziano. In entrambe i casi le altre uve, necessarie a raggiungere il 100% della miscela devono essere autoctone dell’area geografica e a bacca bianca, prodotte e vinificate in loco, come indica il disciplinare di produzione.
La gradazione alcolica minima prevista dal disciplinare per il Colli Orientali del Friuli Picolit DOCG è di 15 gradi volumetrici.
Alla Vista questo vino bianco Friulano
All’esame visivo si presenta con un colore intenso giallo oro, quasi ambrato, intenso, affascinante e dalle tonalità dorate.
A naso il Picolit Docg
All’olfatto esprime un profumo intenso di miele, frutti gialli e albicocca essiccata. I profumi sono spiccati, dolci, che ricordano il miele millefiori, le confetture di frutti gialli, l'albicocca essiccata e a volte una nota speziata di vaniglia, evidente specie nelle versioni più affinate.
Al palato questo vino Bianco
Al sorso il gusto si dimostra amabile, mai troppo dolce, caldo, morbido, armonico, con eccezionale ma non sempre presente sentore di legno o retrogusto mandorlato. Al palato non è mai particolarmente dolce e sviluppa addirittura un lieve retrogusto amarognolo che sorprende grazie alla morbidezza vellutata e alla lunga persistenza.
Eccezionalmente si può abbinare a formaggi stagionati. È anche un delizioso vino da dessert, da accompagnare a pasticceria secca, dolci al miele, focacce alla frutta secca. Ma è ottimo anche con ostriche, crostacei crudi e foie gras.
È soprattutto un vino da “meditazione”.
Va servito ad una temperatura di 12° gradi centigradi, in un bicchiere da dessert con calice a “tulipano piccolo”.