Il vino rosso dell’Umbria per eccellenza, “Montefalco Sagrantino DOCG o Sagrantino di Montefalco DOCG”, assorbe il proprio nome dal vitigno “Sagrantino” dal quale viene prodotto con uvaggio al 100% puro. Da secoli questo vitigno viene coltivato sulle tipiche colline umbre, caratterizzando e contraddistinguendo la morfologia dell’territorio a est e a sud est della Provincia di Perugia. Attualmente il vitigno Sagrantino viene considerato autoctono della Regione Umbria ma, alcuni cenni storici, lasciano dubitare in merito alle sue origini entro i confini nazionali, rimandando l’originalità di questo vitigno alla Spagna che lo importò durante la dominazione del 500. A sostegno di tale tesi gioca anche a favore il colore e il profumo del vino prodotto da questi uvaggi che per alcuni aspetti organolettici richiama i vini spagnoli. Altre fonti invece, pur meno accreditati, rimandano l’importazione ai Saraceni che in Italia arrivarono alla fine del 700.
Nel 1979 il vino Sagrantino di Montefalco, assume l’etichetta di Denominazione di origine Controllata DOC che successivamente, complice una politica locale di valorizzazione del territorio ha portato nel 1992 al riconoscimento dell’etichetta DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), che ne ha aumentato esponenzialmente il meritato prestigio. Pertanto la sua produzione attualmente è limitata alle colline che ricadono all’interno dei territori amministrativi di Montefalco, di Gualdo Cattaneo e Giano dell’Umbria, che si estendono a sud – est di Perugia e a sud di Assisi.
Al vino Rosso di Montefalco Sagrantino DOCG può essere attribuito il merito di vino rosso che ha reso famosa la Regione Umbria in Europa e nel Mondo. Prodotto con uve ormai autoctone e che rispecchiano i veri e propri profumi e sapori del territorio in cui viene prodotto diffondendoli in tutto il mondo e nei mercati in cui si inserisce. Questa particolare vite infatti, proprio sulle colline Umbre attorno alla cittadina di Montefalco riesce ad esprimere le sue più particolari proprietà, grazie al connubio tra aria, territorio, clima mite e umidità al alla giusta percentuale durante tutto l’anno, anche d’inverno. 660 ettari di territorio in grado di produrre l’eccellenza vitivinicola italiana, coniugando tale aspetto con l’antichità e il prestigio delle cantine e la recente virate verso la produzione biologica al 100%. Aspetti che accrescono con ancor più intensità il prestigio e la capacità di innovare del territorio e dei suoi attori.
Come anticipato la zona di produzione del Sagrantino di Montefalco DOCG, si estende per 660 ettari a sud e a sud est di Perugia. Questa zona collinare e ricca di vegetazione mediterranea costituisce l’area più produttiva, più fertile e varia di colture per il vino e per l’agricoltura in generale dell’intera Regione Umbria. La tradizione vitivinicola in quest’area ebbe inizio già dall’inizio del Medioevo, (inizio del V sec. D.C.) dove i monaci Benedettini che nell’area prosperavano, diedero luogo ad un ampia bonifica prestando la loro opera al terreno ricoperto di fitta vegetazione. Con il tempo impiantarono viti e colture dell’antica Umbria tra cui le viti di Sagrantino. Sin da subito i vini prodotti da queste uve, riconosciute di grande qualità, furono serviti alle mense papali e ai banchetti dei nobili del tempo che spesso ne facevano specifica richiesta (sono stati rinvenuti messaggi di ordinativi antichissimi, custoditi nelle cantine storiche dell’Umbria). Per lungo tempo poi la produzione e la riconoscibilità, oltre che il prestigio di questo vino rosso fantastico, sono rimasti confinati nell’ambito locale. Solo con i due importanti riconoscimenti nel ’79 e nel ’92 con lo sviluppo di un adeguato marketing territoriale si sono spalancate le porte del mercato italiano, europeo e oggi anche mondiale. Va inoltre segnalato che il vino Rosso di Sagrantino di Montefalco DOCG nasce originariamente come vino “passito” ma oggi è anche possibile trovare la versione “secco” sempre DOCG e comunque prevista nel disciplinare di produzione, seppur sviluppata in un secondo momento. Storicamente il Rosso di Montefalco Sagrantino veniva prodotto mediante il naturale appassimento delle uve poste su graticci di legno, metodo che ben si prestava alla particolare caratteristica di quest’uva che con il passare del tempo si appassisce per mesi senza marcire, conservando a lungo la componente zuccherina interna che svolge anche funzione di difesa dai batteri. Oltretutto, tale pratica di produzione del vino, rafforza ancor di più la tesi inerente l’antichissima importazione spagnola delle uve in quanto moti dei vini spagnoli sono prodotti con lo stesso metodo. A questo si aggiunge la particolarità dei legnami ricavati dalla macchia mediterranea, e posti in modo da creare graticci di macerazione, capaci di non assorbire un’eccessiva quantità di mosto.
La vite di Sagrantino produce un vino ampiamente tannico, questo obbliga ad un invecchiamento prolungato che non deve mai essere inferiore ai 33 mesi, 12 dei quali, obbligatoriamente per la versione secca, a discrezione del produttore per la versione passito, devono essere svolti in botte di rovere. Un ulteriore periodo di affinamento di almeno 4 mesi avviene in bottiglia.
Le uve si vendemmiano in ottobre e producono un vino di grande struttura grazie alla ricchezza di tannino e polifenoli presenti all’interno di ogni singolo acino. Questo importante aspetto conferisce al vino una grande longevità sia in affinamento sia in conservazione.
L’acino è composto da una spessa buccia resistente e da una polpa riccamente venosa e dai riflessi rubino. Durante le fasi di passitura il connubio tra polpa e pelle dell’acino permette di concentrare le sostanze aromatiche verso l’interno, lasciar evaporare l’acqua contenuta verso l’esterno e mantenere una eccezionale resistenza verso il deterioramento (non marcisce).
All’esame visivo il Sagrantino di Montefalco DOCG ha un colore rosso bruno intenso opaco, difficilmente penetrabile con lo sguardo. Presenta anche riflessi violacei scuri che tendono a virare verso il granato con l’aumentare del periodo d’invecchiamento.
I profumi emendati da questo fantastico vino rosso umbro, rimandano all’amarena, e ai piccoli frutti di bosco come i lamponi e le fragole, si avvertono note terrose conferite dall’argillosità tipica dei terreni in cui viene prodotto. Si avvertono anche profumi di fiori rossi e soprattutto di anice stellato. Il profumo è sempre delicato seppur persistente e rievoca quello delle more di rovo.
Al sorso il Montefalco di Sagrantino DOCG risulta di ottima persistenza, ampio nel sapore e caldo, molto pastoso e farinoso al punto tale da lasciare per molto tempo il sapore sul palato. La vinosità è esplosiva e la rete tannica è potente, ma cattura l’attenzione e incuriosisce l’assaggiatore. Non è un vino fresco e deve essere necessariamente accompagnato da gusti forti e strutturati. In definitiva il sapore risulta armonico, asciutto e corposo in ogni aspetto.
In relazione alla poderosa struttura organolettica del vino DOCG dell’Umbria si segnalano abbinamenti affini inerenti soprattutto i secondi piatti, soprattutto se tipici della tradizione culinaria Umbra, vasta e variegata. I piatti prediletti sono quelli a base di carne rossa, piatti di cacciagione e taglieri assortiti di formaggi e salumi di cacciagione. Si abbina alla perfezione anche con piatti di Stufato di cinghiale e di cervo oltre che con l’arrosto di agnello oppure con l’agnello in umido.
Il Sagrantino di Montefalco va servito ad una temperatura di 18° massimo 20° centigradi in calice ampio che non si restringe eccessivamente verso la bocca “Grand Ballon” in modo da far fluire i sentori del vino.
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