Il Vino sardo per eccellenza “Cannonau”, anche chiamato, soprattutto in Sardegna, Cannonao, Cannonadu o Canonau è prodotto dalla vinificazione del vitigno a bacca nera più diffuso in Sardegna. Il vitigno coltivato e sviluppato nell'intero territorio della Sardegna. Prevalentemente predilige le aree geografiche dell’Ogliastra, delle Baronie, nel Nuorese e in tutte le zone ad esso limitrofe, nella Romangia ed in altre aree minori; tra queste meritano menzione: il Mandrolisai ed il Burcerese.
In Sardegna, la vite ed il vino hanno da sempre costituito l’elemento caratterizzante della civiltà mediterranea, della cultura e della sociologia locale. La Sardegna per la sua collocazione geografica e per le condizioni eco-pedologiche estremamente diversificate, presenta condizioni ottimali per la crescita della vite sia selvatica sia coltivata. Le teorie attuali presuppongono che dal Caucaso, attraverso la Mesopotamia, l’Anatolia e l’Egitto, la vite sia stata portata nel Mediterraneo occidentale. Essa sarebbe giunta in Sardegna grazie ai Fenici, i primi colonizzatori del mediterraneo. La coltivazione della vite è un fatto ormai acquisito da gran tempo, ben radicato nella popolazione locale che nel tempo ne ha fatto anche un fattore aggregante. Con tutte le operazioni ad essa connesse, compresi anche tutti i processi di addomesticamento della “Vitis vinifera sylvestris", ampiamente diffusa in tutto il territorio dell’Isola.
La presenza del vino Cannonau sull’isola sarda risale a tempi immemorabili. Si trovano tracce nel XVII secolo, quando un visitatore del re Martin Carrillo e il francescano Giorgio Aleo, alcuni anni più tardi, nel 1612 il primo e nel 1677 il secondo, parlano di vini Cañonates di particolare pregio prodotti in tutta l’isola (Cit. AA.VV. La Storia della vite e del vino in Sardegna, 1999). Nei secoli successivi, si hanno anche delle descrizioni più precise dei vitigni, come quella del Manca dell’Arca (XVIII secolo), che cita il Cannonau, e quella (XIX secolo) del Moris, ancora più accurata, che classifica il vitigno sardo come “Vitis prestans”. A metà dell’800, a darci un’idea della diffusione del Cannonau è il sacerdote Vittorio Angius che, comune per comune, fornisce notizie dettagliate sulla viticoltura del tempo e sui vitigni coltivati nelle diverse aree. Infatti anche dal censimento scentifico commissionato all’università di Cagliari, il Cannonau risulta il vitigno più diffuso sull’isola, dove evidentemente trova in maniera diffusa le perfette condizioni per adattarsi ed esprimersi al meglio.
La denominazione di origine controllata “Cannonau di Sardegna” è riservata ai vini delle seguenti tipologie: “Cannonau di Sardegna” Rosso e Rosato; “Cannonau di Sardegna” Rosso Riserva; “Cannonau di Sardegna” Passito; “Cannonau di Sardegna” Liquoroso; “Cannonau di Sardegna” classico. La specificazione “classico” è consentita solo per i vini delle provincie di Nuoro ed Ogliastra. Ai vini suddetti, nei limiti ed alle condizioni stabilite dal rigido disciplinare di produzione, sono anche riservate le seguenti sottozone: Oliena o Nepente di Oliena, Capo Ferrato, Jerzu.
Le denominazioni Riserva, Classico e Liquoroso racchiudono nel medesimo metodo di lavorazione, un affinamento ed un invecchiamento differente di seguito riassunto. Per il Riserva, almeno due anni, di cui almeno sei mesi trascorsi in botti di legno. Il Classico prevede un periodi di invecchiamento di almeno due anni, di cui minimo dodici mesi trascorsi in botti di legno. Per la denominazione Liquoroso si ha invece un affinamento minimo di sei mesi in botti di legno, dopo tre anni dedicati all’invecchiamento. Etichette con periodi di invecchiamento e/o di affinamento superiori, che non sconfinano nella denominazione di grado superiore, identificano qualità miglio di vino.
I vini a denominazione di origine controllata DOC del “Cannonau di Sardegna” devono essere ottenuti dalle uve prodotte dai vigneti aventi, nell’ambito locale, la seguente composizione ampelografica.
Cannonau: presente per almeno l’85%; a questo possono concorrere altri vitigni di uve a bacca nera, non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione Sardegna, iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino, presenti nei vigneti fino ad un massimo del 15%.
I vini a denominazione di origine controllata “Cannonau di Sardegna” aventi la specificazione “classico” devono essere ottenuti dalle uve prodotte dai vigneti aventi, nell’ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica:
Cannonau: minimo 90%; possono concorrere altri vitigni di uve a bacca nera, non aromatici, idonei alla coltivazione nella regione Sardegna, iscritti nel registro nazionale delle varietà di vite per uve da vino presenti nei vigneti fino ad un massimo del 10%
Alla Vista
L’analisi visiva del Cannonau di Sardegna mette in mostra il colore rosso rubino lucido e brillante del vino che tendente al granato nelle versioni più affinate.
A naso
L’esame olfattivo denota un profumo fruttato maturo di prugne e more, talvolta speziato, etereo tendente al resinato, ampio, floreale di rosa passita. Complessivamente si esprime con profumo fresco, speziato, maturo e con sentori fruttati.
Al Palato
L’esame gustativo evidenzia il magnifico gusto secco e ricco, caldo, morbido e pieno. Lascia inoltre un piacevole retrogusto leggermente amarognolo e tannico.
Il Cannonau si apprezza al meglio a temperature comprese fra 16°e 18° gradi centigradi in bicchieri della tipologia “Ballon”.
Fra gli accostamenti gastronomici più riusciti senza dubbio sono da citare quelli legati ai piatti tipici della cucina sarda, come gli arrosti di maialino, capretto o agnello. Si adatta bene ad accompagnare anche brasati e selvaggina e, in genere, tutte le carni rosse ben cucinate. Molto apprezzato è anche il binomio Cannonau e formaggi, specie quelli saporiti e stagionati come, ad esempio, il classico pecorino sardo. Infine, il Cannonau di Sardegna nella sua versione Liquoroso Dolce si presta in modo eccellente ad accompagnare dessert, pasticceria secca e macedonie di frutta.